Le Tre Stele di Seth

 

 

 

LE TRE STELE DI SETH

a cura di Luigi Moraldi

Per una fortunosa circostanza – e cioè due quietanze per consegne di grano datate rispettivamente nell’anno 339 e nell’anno 342 e incollate sulla  copertina  – la  rilegatura  e  la  scrittura  del  cod.  VII ha  una datazione: intorno all’anno 345.

Una descrizione del codice fu data da M. Krause.

Del presente testo scrissero sommariamente alcuni studiosi, ma finora l’unica edizione del testo copto è  la Facsimile Edition: 1972.

Nel VII codice  si trovano cinque trattati:

la Parafrasi  di Shem;

il Secondo Discorso del grande Seth;

l’Apocalisse di Pietro;

gli Insegnamenti di Silvano;

le Tre stele di Seth;

il codice termina con un colofon tipico del cristianesimo egiziano.

Lo scritto ha in pratica due titoli

Il primo all’inizio:

«La rivelazione di Dositeo in merito alle tre stele di Seth, Padre…));

la seconda  alla  fine:  Le  tre  stele  di  Seth;

ma  l’amanuense  non  ha indicato il primo come  titolo.

Dato che rivelazione  equivale  ad «apocalisse» qualche studioso (ad es. J. Doresse) usò questo termine;

se può essere legittimo servirsene, occorre tuttavia osservare che non si tratta di una apocalisse in senso giudaico e giudeo-cristiano, ma in senso gnostico, cioè di «parole segrete.

Secondo le attestazioni di alcuni scrittori cristiani, Dositeo (maestro, discepolo, rivale di Simon Mago) è un grande nome all’origine dello gnosticismo;

ma si tratta di notizie contrastanti dalle quali ben poco si può trarre di sicuro.

Secondo le Pseudo-Clementine (Recognizioni  e Omelie) Dositeo e Simon Mago furono discepoli di Giovanni Battista.

Origene ne parla più volte.

«Tra i Samaritani… sorse un certo Dositeo che asseriva d’essere il Messia annunziato dalle profezie: da lui sono derivati e durano tuttora i Dositeni, che portano anche in giro libri di Dositeo e narrano di lui certe favole, secondo cui non avrebbe gustato la morte, ma sarebbe tuttora in vita» ;

e altrove: «Dopo l’età di Gesù un certo Dositeo, Samaritano, volle persuadere i Samaritani che egli era il Cristo profetizzato da Mosè, e parve imporsi ad alcuni col suo insegnamento».

Di particolare  interesse  è  il fatto  – oggi pare  assicurato  (da  Bowman)  –  che presso  i Samaritani  il  biblico Seth godeva di un particolare significato;

e questo può, probabilmente, spiegare il motivo del patrocinio delle Tre Stele al Samaritano Dositeo.

Il che non significa che Dositeo ne sia l’autore, ma piuttosto che il vero autore ha voluto coprire  se  stesso  sotto  l’autorità di  cui  godeva  Dositeo;

ripropone tuttavia il problema dell’eventuale  relazione  dei Samaritani con gli esseni.

La relazione tra il biblico Seth e le stele era ben nota nell’antichità giudaica, ma non è un suo tema letterario esclusivo per Seth ed era comune nella tarda antichità per Hermes, e lo schema è sempre uguale: un rivelatore scrive la sua dottrina di salvezza su stele, su una pietra, ecc., la nasconde nel deserto, su inaccessibili montagne, in caverne;

viene poi una persona iniziata, scopre lo scritto, lo decifra, lo fa conoscere ad altri iniziati dando, con la conoscenza, la salvezza.

Si hanno in tal modo tre tempi:

periodo remoto ove il favorito è uno solo,

periodo    intermedio    dell’ignoranza    per tutti,

periodo dell’interprete che scopre e fa conoscere comunicando la salvezza.

 

Per la letteratura gnostica abbiamo vari esempi,  oltre  al  VangEg  e  a  essi  si  può  aggiungere  il trattato Alloghenes – che ha una stretta affinità col nostro – ove il «rivelatore» (Alloghenes) ordina al «figlio» (Messos):

«Scrivi le cose che io ti dirò e ti ricorderò per amore di coloro che, dopo di te, ne saranno degni.

Lascerai questo scritto su di una montagna e scongiurerai il guardiano (dicendo): – Vieni, o terribile!»

Ma  è  importante  anche  quanto  scrive  Giuseppe  Flavio:

«Dopo essere  stato  allevato, allorché  raggiunse  l’età del discernimento  del bene, Seth coltivò la virtù, vi si esercitò e fu un esempio per tutti i suoi discendenti.

Costoro erano tutti gente per bene che abitarono nello stesso paese godendo di una felicità senza noie e senza ostacoli fino al termine della loro vita:

essi scoprirono la scienza degli astri e il loro ordine nel cielo.

Nel timore che le loro scoperte non giungessero agli uomini, perdendosi prima che ne giungessero a conoscenza, – Adamo aveva predetto un cataclisma universale, causato da un fuoco violento e da un diluvio d’acqua, – essi innalzarono due stele:

una di mattoni e l’altra di pietra, e incisero su di esse le conoscenze da loro acquisite.

Nel caso in cui la stele in mattoni fosse scomparsa nel diluvio, sarebbe rimasta quella di pietra per additare agli uomini quanto vi avevano affidato e per testimoniare pure che avevano eretto anche una stele in mattoni.

Essa esiste tuttora nella regione della Siria»

La stessa leggenda si legge sostanzialmente nella «Vita di Adamo ed Eva»

riporto il testo perché contiene elementi non riferiti da Giuseppe Flavio, ma noti, probabilmente, a lui e presenti nella sua fonte.

«Sei  giorni  dopo  la  morte  di  Adamo, Eva  – cosciente  che anch’essa sarebbe morta – radunò tutti i suoi figli e le sue figlie – Seth con trenta fratelli e trenta sorelle -.

Eva disse a tutti:

– Ascoltatemi,  figli, e vi comunicherò quanto ci disse l’arcangelo Michele allorché io e vostro padre abbiamo trasgredito il comando divino.

«A motivo della vostra  trasgressione, nostro Signore  addurrà  sulla  vostra  stirpe  la collera del suo giudizio, prima per mezzo dell’acqua, poi per mezzo del fuoco.

Con questi due, il Signore giudicherà tutta la stirpe umana».

 

Ascoltatemi, figli!

Fate dieci tavole di pietra e altre di terra cotta.

Scrivete su di esse tutta la vita mia e di vostro padre, tutto quello che avete visto e udito da noi.

Se il Signore giudica la nostra stirpe con l’acqua, le tavole di argilla si scioglieranno, e resteranno le tavole di pietra;

ma se (giudica) col fuoco, le tavole di pietra si spezzeranno, mentre le tavole d’argilla si cuoceranno» diventando così più solide.

 

Una favolosa narrazione  del genere  è  pure  narrata nel libro  dei Giubilei

Kainan  trova  una  iscrizione   su  una  roccia contenente l’insegnamento dei  «vigilanti»  a  proposito  della  retta osservazione dei presagi dal sole, dalla luna e da tutti i segni celesti.

 

Per qual motivo  questo  luogo  comune, legato  a Seth e  alla sua generazione, è qui presentato con tre stele?

Probabilmente perché in questo scritto tutto è triplice:

«triplice potenza», «tre volte maschio», «tu sei multiplo e diviso.

Tu sei triplice», «veramente tu sei triplo», «tu sei  una  potenza  triplice», «tu sei  veramente  triplice», «dalla terza benedicono la seconda;

dopo queste (benedicono) la prima»

inoltre nelle tre stele abbiamo  i tre  nomi  del  pantheon mitologico gnostico  (Adamas, Barbelo, Spirito) corrispondenti ai tre concetti della filosofia del tempo cioè  ϋπαρξις  (stato-esistenza),  ζωή  (vita),  νους  (intelletto),  cioè στάσις  (status),   κίνησις   (motus),   νεσις  (generano),   come   ha attentamente rilevato M. Tardieu.

Di qui, dunque, la divisione in tre preghiere secondo la teologia neoplatonica.

La prima rivolta a Adamas (il figlio), la seconda a Barbelo (la madre), la terza all’Essere supremo (il padre).

Sono  un  testo  liturgico  che  ci  permette  di  gettare  uno sguardo sulla religiosità gnostica, ma anzitutto sono un raro esempio di una liturgia di discesa e di salita mistica

Così, la triplice suddivisione corrisponde pure ai tre stadi  dell’ascesa  dell’orante  sethiano  che  a  loro  volta  riflettono  la triade filosofica della divinità.

Il carattere sethiano appare sia dai titoli sia dalla presentazione di Seth come dallo scritto oltre che dal titolo ove Seth è detto «padre della generazione vivente e non vacillante»

espressione con  cui  i sethiani  designano  se stessi;

sia dalla  identificazione dell’orante con Seth:

«Io sono tuo figlio Emmacha-Seth, che tu hai generato…»

Le parole segrete, o rivelazione, consistono in tre preghiere sotto forma di inni che accompagnano l’estatico cammino verso il cielo, cioè verso la impersonificazione del fedele con Seth, conforme al triplice aspetto della natura divina.

Nella premessa il favoloso Dositeo si presenta come scopritore e rivelatore delle tre stele di Seth che presenta qui per gli «eletti», cioè per i sethiani, ed egli stesso (in prima persona) confessa la propria esperienza   mistica   nella partecipazione alle   «incommensurabili grandezze»  di  queste  rivelazioni  di  Seth.

Una  confessione,  questa, molto simile a quella che leggiamo in Zostrianos

«…  vidi come  tutti costoro dimorano  nell’uno.

Mi unii a  tutti costoro e benedissi l’eòne nascosto e la vergine Barbelo e l’invisibile spirito.

Divenni tutto perfetto e ricevetti forza.

Fui scritto nella gloria, ricevetti i sigilli e una corona perfetta».

 

Sintesi

La prima stele è la preghiera rivolta a Adamas;

parla  Emmacha-Seth  quale  figlio del  padre,  del  «santo  Adamas»  ;

padre  che  lo ha  generato  «con  una  non-generazione», cioè  senza dividersi;

padre  che  è  «luce», «bontà»,  «misericordia», «padre  di un’altra stirpe  (cioè  dei sethiani)  la quale  è  al di sopra di un’altra stirpe… perché ha fatto conoscere tutto»;

«padre venuto da un padre».

Padre  Adamas (che  a  sua volta  è  «figlio» di Barbelo  e  dell’Essere supremo) apportatore di salvezza in quanto ha generato il salvatore Seth:

«Tu ci hai salvato…»;

perciò egli, partito dall’unità, riconduce alla unità;

egli «diviso ovunque» e «rimasto uno».

 

Nella seconda stele la preghiera è rivolta a Barbelo, la madre, «vergine maschio, prima gloria del padre», «grande monade», «prima gloria del padre», divenuta multipla pur restando una, «un mondo di conoscenza», «sapienza-conoscenza-verità e vita», colei che unisce come essa pure fu unita, colei che ammaestra e da forza.

È la potenza che unifica e riconcilia:

noi che siamo le prime divisioni, siamo come te – allorché fosti divisa:

– «Uniscici come tu sei stato unito» (notare l’uso indifferente del maschile e del femminile).

 

La terza stele purtroppo è molto danneggiata in tutte le prime 6-7 righe in alto delle pagine 125-27, e anche le prime 2-3 righe in basso, delle stesse pagine, sono più danneggiate delle pagine precedenti:

comunque la massima parte dello scritto è integra e chiara, ma   i  buchi   del   papiro   non   permettono   una   ricostruzione sufficientemente valevole.

La terza stele è un inno rivolto all’Essere supremo, allo Spirito, a colui  che  è  al  di  là  di  ogni  sostanza  (ουσία) e  di  ogni  esistenza (ϋπαρξις), prima  sostanza e  prima  esistenza, e  quindi elargitore  di tutto a tutti, spirito universale che è per tutti (eòni ed eletti) esistenza, vita, intelletto;

e l’organo della grande visione del mistico sethiano è l’intelletto(νους).

«Abbiamo visto te con l’intelletto… Tu sei l’intelletto di tutti…».

Da questa visione e immedesimazione profonda scaturisce ormai  la  gioia  («rallegriamoci!

rallegriamoci!»),  e  con  essa  una confessione  di  impotenza  («come  ti  daremo  un  nome?»,  «come possiamo benedirti?»), la glossolalia mistica, e l’esperienza che tutto proviene dallo spirito, dal padre, non solo la salvezza, ma la stessa forza per benedirlo.

La stele termina con le prescrizioni liturgiche già accennate:

verso questi tre esseri deve tendere la vita e nell’impersonificazione  con essi ci si estranea da tutto, sicché anche la sofferenza non si sentirà dopo essere saliti, in modo comunitario, con le tre stele (figlio-madre-padre), manterranno  il silenzio;

e  dopo  il  silenzio della contemplazione, discenderanno gradatamente alla  prima  stele;

cioè  dopo  avere misticamente sperimentato il loro destino di vita e di vittoria, dopo avere appreso «cose infinite», restano nello stupore della verità e della rivelazione, immedesimati al grande Seth, al figlio di Adamas.

Sebbene in apparenza non vi sia nulla di chiaramente cristiano, non v’è  dubbio  che  per  gli  gnostici sethiani che lo  trascrissero  fosse presente l’identificazione dì Seth con Gesù Cristo.

Si veda il Secondo discorso del grande Seth

 

La prima stele di Seth

A Adamas, il figlio.

Ti benedico, padre, o santo Adamas !

Io sono tuo  figlio  Emmacha-Seth,  che  tu  hai  generato con una non- generazione, qual benedizione del nostro Dio.

Io, infatti, sono tuo figlio e  tu, padre  mio, sei il mio  intelletto.

Io ho  seminato  e generato,  ma  tu  hai  visto  le  grandezze, tu  sei  intramontabilmente stabile.

 

Io ti benedico, padre.

Benedicimi, padre !

È a causa tua ch’io esisto.

È a causa di Dio che esisti tu.

È a causa tua ch’io sono al suo (di Dio) cospetto.

Tu sei luce.

Vedendo la luce, ha rivelato le luci.

Tu sei una Mirotheas.

Tu sei il mio Mirotheos.

Ti benedico come dio.

Benedico la tua divinità.

Grande è il bene nato da sé, stabile, il dio stabile fin dall’inizio.

Tu sei venuto  in bontà.

Tu ti sei manifestato  e  hai rivelato la bontà.

Io pronuncerò il tuo nome, poiché tu sei un primo nome.

Tu sei ingenerato Tu ti sei manifestato per rivelare gli eterni.

Tu sei colui che è.

Perciò ti sei manifestato a coloro che veramente sono.

Tu sei colui che esprimiamo per mezzo della voce;

ma è per mezzo dell’intelletto che ti glorifichiamo.

Tu sei colui che ha potere dappertutto.

Perciò – a causa tua e della tua discendenza – ti conosce anche il mondo sensibile.

Tu sei misericordia.

E tu sei di un’altra stirpe, la quale è al di sopra di un’altra stirpe.

E ora tu sei di un’altra stirpe la quale è al di sopra di un’altra stirpe.

Tu sei di un’altra stirpe poiché non sei simile.

E tu sei misericordia, poiché sei eterno.

Tu sei al di sopra di una stirpe perché hai fatto conoscere tutto, sebbene a causa della  mia discendenza;

tu, infatti, la conosci, sai che è posta nella generazione.

Ma essi provengono da altre stirpi, poiché non assomigliano (a queste stirpi):

sono al di sopra delle altre stirpi, poiché sono nella vita.

Tu sei un Mirotheos.

Io benedico la tua potenza, che mi fu data.

Tu sei colui che  fece  le  sue  mascolinità, le quali sono  veramente  tre  volte maschie, tu sei colui che fu diviso nella pentade, colui che ci è stato dato  in  una  triplice  potenza,  colui  che  fu  generato  con  una non- generazione, colui che proviene dalla elezione, colui che a motivo della umiltà andò fuori dal mezzo.

Tu sei padre, venuto da un padre.

Tu sei parola,  venuta  da  un  comando.

Noi  ti benediciamo,  o tre  volte maschio, poiché tu hai unito il tutto da tutte le cose, poiché tu ci hai dato la forza.

Tu vieni dall’uno attraverso l’uno.

Tu sei partito e sei venuto  all’uno.

Tu hai salvato.

Tu hai salvato.

Tu ci hai salvato, o portatore della corona, datore della corona!

Eternamente noi ti benediciamo.

Noi che siamo stati salvati, ti benediciamo:

ognuno di noi secondo (la propria) perfezione;

noi che siamo perfetti per volere tuo;

quanti divennero perfetti con te – che sei completo  e  che  completi -, o perfetto  in tutte  queste  cose, tu che ovunque sei uguale a te stesso, o tre volte maschio.

Tu sei stabile.

Tu sei stabile fin dall’inizio.

Tu ti sei diviso ovunque, e tuttavia sei rimasto uno.

Tu hai salvato coloro che hai voluto.

Ma tu vuoi salvare tutti coloro che ne sono degni.

Tu sei perfetto.

Tu sei perfetto.

Tu sei perfetto.

 

La seconda stele di Seth.

A Barbelo, la madre.

Grande è il primo degli eòni.

Barbelo, vergine maschio, prima gloria del padre invisibile, quella che è detta «perfetta».

Fin  dall’inizio  tu hai visto colui che è  veramente  il presistente, (e hai riconosciuto) che egli è una nonsostanza.

Da lui e per mezzo di lui tu sei preesistente nell’eternità.

Non-sostanza proveniente da un’unica indivisibile triplice potenza.

Tu sei una triplice potenza, tu sei una  grande  monade, (proveniente) da  una  monade pura.

Tu sei una monade eletta, la prima ombra del padre santo, luce da luce.

Noi ti benediciamo generatore perfetto, datore degli eòni.

Tu hai visto  questi eòni ;

(hai riconosciuto che) essi provengono da un’ombra.

Tu sei divenuto multiplo, ma non hai cessato di essere  uno.

Tu sei multiplo e diviso.

Tu sei triplo.

Veramente tu sei triplo.

Veramente tu sei uno dall’uno.

Tu provieni dalla sua ombra.

Tu sei nascosto, tu sei un mondo di conoscenza.

Sai che quanti appartengono all’uno provengono da un’ombra;

e costoro tu li hai nella mente.

Per amor loro, hai dato forza agli eòni nella sostanzialità;

alla divinità tu hai dato forza nella vitalità;

alla intellezione  hai dato forza nella bontà;

nella beatitudine  hai dato forza alle  ombre  che  scaturiscono dall’uno;

a uno hai dato forza nella conoscenza;

all’altro hai dato forza nella creazione.

Tu hai dato forza a quello che è uguale, e a quello che uguale non è;

a quello che è simile, e a quello che simile non è.

Tu hai dato forza nella generazione con delle forme di ciò che esiste…

Tu  hai  dato  forza  a  questi.

Egli è colui che è  nascosto  là nell’intelligenza.

Tu  sei  venuto  verso  costoro,  e  da  questi  (torni indietro).

Tu  sei  diviso  tra   loro;

e  tu  sei  diventato  un  primo-manifestato, grande, virile  intelletto.

O padre  divino,  o  divino fanciullo, o generatore della molteplicità secondo la divisione di tutti coloro  che  esistono  veramente!

A  tutti  ti  sei  manifestato  nella parola.

E tutti abbracci nella non-generazione e nell’eternità senza fine.

È  per mezzo  tuo  che  venne  a  noi la  salvezza.

Da  te  proviene  la salvezza.

Tu sei la sapienza.

Tu sei la conoscenza.

Tu sei la verità.

È per mezzo tuo che c’è la vita.

Da te proviene la vita.

È per mezzo tuo che c’è l’intelletto.

Da te proviene l’intelletto.

Tu sei un intelletto, tu sei un mondo, tu sei la verità.

Tu sei una potenza triplice;

tu sei un triplo;

tu sei veramente triplice.

Tu eòne da eòni.

Tu solo vedi con purezza i primi eòni e i non generati.

Ma le prime divisioni sono come tu  sei  stato  diviso.

Uniscici,  così  come  tu  sei  stato  unito.

Ammaestraci su ciò che tu vedi.

Concedici forza affinché siamo salvati per la vita eterna.

Noi,  infatti, siamo un’ombra di te, così come anche tu sei un’ombra del primo preesistente.

Anzitutto, ascoltaci!

Noi siamo eòni.

Ascoltaci!

Ognuno è individualmente perfetto.

Tu sei l’eòne degli eòni;

l’interamente perfetto, colui che è stabile.

Tu hai esaudito.

Tu hai esaudito.

Tu hai salvato.

Tu hai salvato.

Noi ti ringraziamo.

Noi ti benediciamo in ogni momento.

Noi ti glorificheremo.

 

La terza stele di Seth

All’essere   supremo,   il   padre.

Rallegriamoci!

Rallegriamoci!

Rallegriamoci!

 

Abbiamo visto.

Abbiamo visto.

 

Abbiamo visto colui che è veramente il preesistente;

colui che veramente è, essendo il  primo eterno.

 

O ingenerato,  è  da  te  che  provengono  gli eterni  e  gli  eòni,  gli interamente perfetti, coloro che sono stabili, e i singoli perfetti.

 

Noi ti benediciamo, o non-sostanza, o esistenza anteriore alle (altre) esistenze, o prima sostanza anteriore alle (altre) sostanze, padre della   divinità   e  della vitalità,  creatore  dell’intelletto, elargitore  del bene, elargitore della beatitudine.

Ti benediciamo tutti, o conoscitore, con una benedizione pura, (tu) per  mezzo  del  quale esistono  tutti  costoro…che  ti  conoscono esclusivamente per mezzo tuo.

Non c’è, infatti, alcuno che agisca prima di te.

Tu sei lo  spirito unico  e  vivente.

E  tu conosci l’uno, perché quest’uno,  che  ti  appartiene,  è  ovunque.

Noi non  possiamo nominarlo.

Su  di  noi,  infatti, splende  la  tua  luce.

Prescrivici  un comando affinché ti vediamo, affinché siamo salvi.

Conoscere te, è la salvezza di tutti noi.

Prescrivici un comando!

Allorché ci prescrivi un comando, noi siamo salvi.

Siamo veramente salvi.

Abbiamo visto te con l’intelletto.

Tu sei tutti loro, poiché  tu li salvi tutti;

tu che  non sei stato salvato, né hai salvato per mezzo di loro.

Tu, infatti, tu ci hai prescritto un comando.

Tu sei uno.

Tu sei uno.

Cosicché c’è chi ti dirà:

Tu sei uno !

Tu sei l’unico spirito vivificante.

Come ti daremo un nome?

Noi (un tal nome) non l’abbiamo.

Tu, infatti, sei l’esistenza di tutti.

Tu sei la vita di tutti loro.

Tu sei l’intelletto di tutti loro.

Tu, infatti, sei colui nel quale tutti gioiscono.

Per  tutti  costoro tu  hai  prescritto  un  comando, affinché  si salvassero per opera della tua parola.

Tu, prima gloria presso di lui.

Tu nascosto.

Tu beato Senaon generato da se stesso.

Fneus, Fneus, Fneus, Optaon,    Elemaon,   la   grande   potenza,   Emouniar, Nibareus, Kandeforos, Afredon, Deifaneus;

tu sei per me Armedon, o generatore di potenza, Thalanatheus, Antitheus, tu che esisti in te stesso, tu che sei anteriore a te stesso, e dopo di te non c’è alcuno in condizione di agire.

Come possiamo benedirti?

Non ne abbiamo la forza.

Ma, umili davanti a te, ti ringraziamo, poiché a noi, che siamo «l’eletto», ci ha prescritto il comando di glorificarti.

Così, per quanto possiamo, noi ti benediciamo, perché ci hai salvato.

Ti diamo gloria in ogni momento.

Ti daremo gloria per questo:

affinché siamo salvati con una salvezza eterna.

Ti abbiamo benedetto perché ce ne fu data la forza.

Siamo stati salvati, perché tu l’hai voluto in ogni momento.

Ecco ciò che noi tutti facciamo!

La terza stele di Seth Prescrizioni.

Colui che si ricorderà di questi (tre esseri divini) e li glorificherà in ogni momento, costui sarà perfetto tra i perfetti e sarà esente  da sofferenza, come  un essere  estraneo  a tutte  le  cose (terrene).

Tutti costoro, ognuno individualmente e tutti insieme, li (i tre esseri divini)  benedicono.

Dopo resteranno in silenzio.

E salgono come fu loro prescritto.

Dopo il silenzio, discendono.

Dalla terza benedicono la seconda;

dopo queste (benedicono) la prima.

La via della salita è la stessa via della discesa.

Voi, dunque, destinati alla vita, sappiate che avete vinto.

Voi stessi avete imparato cose infinite.

Stupitevi della verità che si trova in esse, e della rivelazione.

Le tre stele di Seth.

Colofon.

Questo è il libro della paternità.

L’ha scritto il figlio.

 

Benedicimi, padre!

Io ti benedico, padre.

In pace.

Amen.