I tredici Codici e i loro scritti
a cura di Luigi Moraldi
Fino a pochi anni addietro lo scritto privilegiato fu il Vangelo di Tomaso contenente 114 detti attribuiti a Gesù; testo importantissimo, ma ve ne sono molti altri e il loro apporto per le nostre conoscenze sorpassa per molti versi gli stessi manoscritti esseni di Qumran.
Gli scritti (gnostici) di Nag Hammadi sono 52, 46 sono diversi l’uno dall’altro (ma ve ne sono di doppi e tripli), 40 di questi erano finora completamente sconosciuti (a eccezione di qualche frammento di 3 di loro), coprono un totale di 1240 pagine scritte, e sono contenuti in 13 Codici; molte pagine sono frammentarie e altre così in cattivo stato che si può leggere soltanto qualcosa qua e là; si ritiene che il deplorevole stato di alcuni codici e di un certo numero di pagine risalga non alla condizione dei codici all’epoca del ritrovamento, ma alla loro lunga storia e alle vicende che seguirono la scoperta.
Ecco dunque l’elenco dei Codici e degli scritti in essi contenuti.
Il numero romano designava il Codice, segue il numero indicante l’ordine nel quale gli scritti si susseguono nel Codice (in genere ignoriamo, per ora il motivo di questi accostamenti, ma è opinione comune che non sia stato casuale), dopo i titoli dei trattati sono indicate le pagine e le righe che li contengono secondo la revisione, l’ordine, il controllo critico adottato dal Comitato tecnico e accolto dalla Direzione editoriale della Facsimile Edition.
L’elenco rispecchia dunque in tutto l’edizione ufficiale in Facsimile alla quale oggi si attengono tutti gli studiosi.
Si osservi che (come ho già accennato) ogni precedente designazione di Codici, di pagine, ecc. è scaduta; può dunque capitare che qualche lettore non si ritrovi, nelle citazioni, nell’ambito di uno stesso testo.
Le designazioni e citazioni sono ormai quelle qui seguite.
CODEX I (una volta detto Codex Jung)
1. Preghiera dell’apostolo Paolo
2. Apocrifo di Giacomo (Lettera di Giacomo)
3. Vangelo di Verità
4. Sulla Risurrezione (Lettera a Regino)
5. Trattato Tripartito
CODEX II
1. Apocrifo di Giovanni
2. Vangelo di Tomaso
3. Vangelo di Filippo
4. Natura degli Arconti
5. Origine del Mondo
6. Esegesi sull’Anima
7. Libro di Tomaso (L’atleta Tomaso)
8. Colofon
CODEX III
1. Apocrifo di Giovanni
2. Vangelo degli Egiziani
3. Eugnosto il Beato
4. Sophia Jesu Christi
5. Dialogo del Salvatore
CODEX IV
1. Apocrifo di Giovanni
2. Vangelo degli Egiziani
CODEX V
1. Eugnosto il Beato (Lettera di Eugnosto)
2. Apocalisse di Paolo
3. Apocalisse di Giacomo (prima)
4. Apocalisse di Giacomo (seconda)
5. Apocalisse di Adamo
CODEX VI
1. Atti di Pietro e dei dodici apostoli
2. Tuono, la Mente perfetta (Bronte)
3. Insegnamento Autorevole
4. Concerto della nostra grande Potenza
5. Repubblica (di Platone)
6. Discorso sull’Otto e sul Nove
7. Preghiera di ringraziamento
8. Asclepius
CODEX VII
1. Parafrasi di Shem
2. Secondo Discorso del Grande Seth
3. Apocalisse di Pietro
4. Insegnamenti di Silvano
5. Le tre Stele di Seth
CODEX VIII
1. Zostrianos
2. Lettera di Pietro a Filippo
CODEX IX
1. Melchisedec
2. Pensiero di Norea
3. Testimonio dì Verità
CODEX X
1. Marsanes
CODEX XI
1. Interpretazione della Gnosi
2. Trattato Valentiniano
2a. L’Unzione
2b. ìl Battesimo
2c. L’Eucarestia
3. Alloghenes
4. Hypsiphrone
CODEX XII
1. Sentenze di Sesto
2. Vangelo di Verità
3. Frammenti
CODEX XIII
1. Protennoia Trimorfe
2. Origine del Mondo
Lo stato di conservazione è molto diverso: si passa da testi pressoché intatti, come ad es. la Parafrasi di Shem, il Vangelo di Tomaso, il Vangelo di Verità, il Vangelo di Filippo, l’Apocalisse di Pietro, la Protennoia Trimorfe, ecc., a testi frammentari in modo irritante proprio a motivo dell’interesse che ci attestano nelle righe leggibili, come ad es. Zostrianos, Marsanes, Melchisedec, Trattato Valentiniano, ecc.
Dei 40 nuovi testi di Nag Hammadi, 30 sono più o meno completi, sono molto frammentari.
È interessante osservare che in questa Biblioteca non v’è alcun testo biblico: certo, non perché i possessori di questi scritti non conoscevano la Bibbia: il contrario apparirà dalla lettura dei singoli testi; la motivazione di queste assenze va piuttosto cercata nelle circostanze e motivazioni per cui furono nascosti; d’altronde una vasta conoscenza dei testi biblici, specie neotestamentari, è alla base di tutti i trattati gnostici cristiani.
Il problema per i proprietari dei testi non era la conoscenza (e riconoscimento in certi casi) o meno della Sacra Scrittura, bensì la sua interpretazione, il suo significato, come si vedrà.
Lo straordinario numero di questi scritti invita a tentare una classificazione.
Il primo studioso che si pose questo compito fu J. Doresse e la classificazione a cui giunse è tuttora valida; sebbene oggi sia discutibile, o errata, l’assegnazione dei singoli trattati all’uno o all’altro dei quattro gruppi proposti: lo spoglio che egli fece dei manoscritti fu parziale e non nelle migliori condizioni:
1. Rivelazioni dei grandi profeti dello gnosticismo da Seth a Zoroastro, espressione dei più originali miti gnostici, spesso con glosse e commenti.
2. Scritti gnostici mascherati come se fossero cristiani; più comunemente oggi parliamo di scritti gnostici «cristianizzati».
3. Scritti autenticamente cristiani con i concetti gnostici e le speculazioni gnostiche.
4. Testi che in certi casi occupano una posizione intermedia tra gnosticismo ed ermetismo, mentre in altri appartengono propriamente all’ermetismo.
Si tratta di un tentativo che da una parte evidenzia la ricchezza della scoperta, ma dall’altra cela le molte perplessità che sorgono in concreto davanti ai singoli testi la cui catalogazione nell’uno o l’altro dei gruppi è spesso contestata, specie per quanto riguarda i due gruppi intermedi.
a cura di Luigi Moraldi