LE TRE STELE DI SETH
a cura di Luigi Moraldi
Per una fortunosa circostanza – e cioè due quietanze per consegne di grano datate rispettivamente nell’anno 339 e nell’anno 342 e incollate sulla copertina – la rilegatura e la scrittura del cod. VII ha una datazione: intorno all’anno 345.
Una descrizione del codice fu data da M. Krause.
Del presente testo scrissero sommariamente alcuni studiosi, ma finora l’unica edizione del testo copto è la Facsimile Edition: 1972.
Nel VII codice si trovano cinque trattati:
la Parafrasi di Shem;
il Secondo Discorso del grande Seth;
l’Apocalisse di Pietro;
gli Insegnamenti di Silvano;
le Tre stele di Seth;
il codice termina con un colofon tipico del cristianesimo egiziano.
Lo scritto ha in pratica due titoli
Il primo all’inizio:
«La rivelazione di Dositeo in merito alle tre stele di Seth, Padre…));
la seconda alla fine: Le tre stele di Seth;
ma l’amanuense non ha indicato il primo come titolo.
Dato che rivelazione equivale ad «apocalisse» qualche studioso (ad es. J. Doresse) usò questo termine;
se può essere legittimo servirsene, occorre tuttavia osservare che non si tratta di una apocalisse in senso giudaico e giudeo-cristiano, ma in senso gnostico, cioè di «parole segrete.
Secondo le attestazioni di alcuni scrittori cristiani, Dositeo (maestro, discepolo, rivale di Simon Mago) è un grande nome all’origine dello gnosticismo;
ma si tratta di notizie contrastanti dalle quali ben poco si può trarre di sicuro.
Secondo le Pseudo-Clementine (Recognizioni e Omelie) Dositeo e Simon Mago furono discepoli di Giovanni Battista.
Origene ne parla più volte.
«Tra i Samaritani… sorse un certo Dositeo che asseriva d’essere il Messia annunziato dalle profezie: da lui sono derivati e durano tuttora i Dositeni, che portano anche in giro libri di Dositeo e narrano di lui certe favole, secondo cui non avrebbe gustato la morte, ma sarebbe tuttora in vita» ;
e altrove: «Dopo l’età di Gesù un certo Dositeo, Samaritano, volle persuadere i Samaritani che egli era il Cristo profetizzato da Mosè, e parve imporsi ad alcuni col suo insegnamento».
Di particolare interesse è il fatto – oggi pare assicurato (da Bowman) – che presso i Samaritani il biblico Seth godeva di un particolare significato;
e questo può, probabilmente, spiegare il motivo del patrocinio delle Tre Stele al Samaritano Dositeo.
Il che non significa che Dositeo ne sia l’autore, ma piuttosto che il vero autore ha voluto coprire se stesso sotto l’autorità di cui godeva Dositeo;
ripropone tuttavia il problema dell’eventuale relazione dei Samaritani con gli esseni.
La relazione tra il biblico Seth e le stele era ben nota nell’antichità giudaica, ma non è un suo tema letterario esclusivo per Seth ed era comune nella tarda antichità per Hermes, e lo schema è sempre uguale: un rivelatore scrive la sua dottrina di salvezza su stele, su una pietra, ecc., la nasconde nel deserto, su inaccessibili montagne, in caverne;
viene poi una persona iniziata, scopre lo scritto, lo decifra, lo fa conoscere ad altri iniziati dando, con la conoscenza, la salvezza.
Si hanno in tal modo tre tempi:
periodo remoto ove il favorito è uno solo,
periodo intermedio dell’ignoranza per tutti,
periodo dell’interprete che scopre e fa conoscere comunicando la salvezza.
Per la letteratura gnostica abbiamo vari esempi, oltre al VangEg e a essi si può aggiungere il trattato Alloghenes – che ha una stretta affinità col nostro – ove il «rivelatore» (Alloghenes) ordina al «figlio» (Messos):
«Scrivi le cose che io ti dirò e ti ricorderò per amore di coloro che, dopo di te, ne saranno degni.
Lascerai questo scritto su di una montagna e scongiurerai il guardiano (dicendo): – Vieni, o terribile!»
Ma è importante anche quanto scrive Giuseppe Flavio:
«Dopo essere stato allevato, allorché raggiunse l’età del discernimento del bene, Seth coltivò la virtù, vi si esercitò e fu un esempio per tutti i suoi discendenti.
Costoro erano tutti gente per bene che abitarono nello stesso paese godendo di una felicità senza noie e senza ostacoli fino al termine della loro vita:
essi scoprirono la scienza degli astri e il loro ordine nel cielo.
Nel timore che le loro scoperte non giungessero agli uomini, perdendosi prima che ne giungessero a conoscenza, – Adamo aveva predetto un cataclisma universale, causato da un fuoco violento e da un diluvio d’acqua, – essi innalzarono due stele:
una di mattoni e l’altra di pietra, e incisero su di esse le conoscenze da loro acquisite.
Nel caso in cui la stele in mattoni fosse scomparsa nel diluvio, sarebbe rimasta quella di pietra per additare agli uomini quanto vi avevano affidato e per testimoniare pure che avevano eretto anche una stele in mattoni.
Essa esiste tuttora nella regione della Siria»
La stessa leggenda si legge sostanzialmente nella «Vita di Adamo ed Eva»
riporto il testo perché contiene elementi non riferiti da Giuseppe Flavio, ma noti, probabilmente, a lui e presenti nella sua fonte.
«Sei giorni dopo la morte di Adamo, Eva – cosciente che anch’essa sarebbe morta – radunò tutti i suoi figli e le sue figlie – Seth con trenta fratelli e trenta sorelle -.
Eva disse a tutti:
– Ascoltatemi, figli, e vi comunicherò quanto ci disse l’arcangelo Michele allorché io e vostro padre abbiamo trasgredito il comando divino.
«A motivo della vostra trasgressione, nostro Signore addurrà sulla vostra stirpe la collera del suo giudizio, prima per mezzo dell’acqua, poi per mezzo del fuoco.
Con questi due, il Signore giudicherà tutta la stirpe umana».
Ascoltatemi, figli!
Fate dieci tavole di pietra e altre di terra cotta.
Scrivete su di esse tutta la vita mia e di vostro padre, tutto quello che avete visto e udito da noi.
Se il Signore giudica la nostra stirpe con l’acqua, le tavole di argilla si scioglieranno, e resteranno le tavole di pietra;
ma se (giudica) col fuoco, le tavole di pietra si spezzeranno, mentre le tavole d’argilla si cuoceranno» diventando così più solide.
Una favolosa narrazione del genere è pure narrata nel libro dei Giubilei
Kainan trova una iscrizione su una roccia contenente l’insegnamento dei «vigilanti» a proposito della retta osservazione dei presagi dal sole, dalla luna e da tutti i segni celesti.
Per qual motivo questo luogo comune, legato a Seth e alla sua generazione, è qui presentato con tre stele?
Probabilmente perché in questo scritto tutto è triplice:
«triplice potenza», «tre volte maschio», «tu sei multiplo e diviso.
Tu sei triplice», «veramente tu sei triplo», «tu sei una potenza triplice», «tu sei veramente triplice», «dalla terza benedicono la seconda;
dopo queste (benedicono) la prima»
inoltre nelle tre stele abbiamo i tre nomi del pantheon mitologico gnostico (Adamas, Barbelo, Spirito) corrispondenti ai tre concetti della filosofia del tempo cioè ϋπαρξις (stato-esistenza), ζωή (vita), νους (intelletto), cioè στάσις (status), κίνησις (motus), νεσις (generano), come ha attentamente rilevato M. Tardieu.
Di qui, dunque, la divisione in tre preghiere secondo la teologia neoplatonica.
La prima rivolta a Adamas (il figlio), la seconda a Barbelo (la madre), la terza all’Essere supremo (il padre).
Sono un testo liturgico che ci permette di gettare uno sguardo sulla religiosità gnostica, ma anzitutto sono un raro esempio di una liturgia di discesa e di salita mistica
Così, la triplice suddivisione corrisponde pure ai tre stadi dell’ascesa dell’orante sethiano che a loro volta riflettono la triade filosofica della divinità.
Il carattere sethiano appare sia dai titoli sia dalla presentazione di Seth come dallo scritto oltre che dal titolo ove Seth è detto «padre della generazione vivente e non vacillante»
espressione con cui i sethiani designano se stessi;
sia dalla identificazione dell’orante con Seth:
«Io sono tuo figlio Emmacha-Seth, che tu hai generato…»
Le parole segrete, o rivelazione, consistono in tre preghiere sotto forma di inni che accompagnano l’estatico cammino verso il cielo, cioè verso la impersonificazione del fedele con Seth, conforme al triplice aspetto della natura divina.
Nella premessa il favoloso Dositeo si presenta come scopritore e rivelatore delle tre stele di Seth che presenta qui per gli «eletti», cioè per i sethiani, ed egli stesso (in prima persona) confessa la propria esperienza mistica nella partecipazione alle «incommensurabili grandezze» di queste rivelazioni di Seth.
Una confessione, questa, molto simile a quella che leggiamo in Zostrianos
«… vidi come tutti costoro dimorano nell’uno.
Mi unii a tutti costoro e benedissi l’eòne nascosto e la vergine Barbelo e l’invisibile spirito.
Divenni tutto perfetto e ricevetti forza.
Fui scritto nella gloria, ricevetti i sigilli e una corona perfetta».
Sintesi
La prima stele è la preghiera rivolta a Adamas;
parla Emmacha-Seth quale figlio del padre, del «santo Adamas» ;
padre che lo ha generato «con una non-generazione», cioè senza dividersi;
padre che è «luce», «bontà», «misericordia», «padre di un’altra stirpe (cioè dei sethiani) la quale è al di sopra di un’altra stirpe… perché ha fatto conoscere tutto»;
«padre venuto da un padre».
Padre Adamas (che a sua volta è «figlio» di Barbelo e dell’Essere supremo) apportatore di salvezza in quanto ha generato il salvatore Seth:
«Tu ci hai salvato…»;
perciò egli, partito dall’unità, riconduce alla unità;
egli «diviso ovunque» e «rimasto uno».
Nella seconda stele la preghiera è rivolta a Barbelo, la madre, «vergine maschio, prima gloria del padre», «grande monade», «prima gloria del padre», divenuta multipla pur restando una, «un mondo di conoscenza», «sapienza-conoscenza-verità e vita», colei che unisce come essa pure fu unita, colei che ammaestra e da forza.
È la potenza che unifica e riconcilia:
noi che siamo le prime divisioni, siamo come te – allorché fosti divisa:
– «Uniscici come tu sei stato unito» (notare l’uso indifferente del maschile e del femminile).
La terza stele purtroppo è molto danneggiata in tutte le prime 6-7 righe in alto delle pagine 125-27, e anche le prime 2-3 righe in basso, delle stesse pagine, sono più danneggiate delle pagine precedenti:
comunque la massima parte dello scritto è integra e chiara, ma i buchi del papiro non permettono una ricostruzione sufficientemente valevole.
La terza stele è un inno rivolto all’Essere supremo, allo Spirito, a colui che è al di là di ogni sostanza (ουσία) e di ogni esistenza (ϋπαρξις), prima sostanza e prima esistenza, e quindi elargitore di tutto a tutti, spirito universale che è per tutti (eòni ed eletti) esistenza, vita, intelletto;
e l’organo della grande visione del mistico sethiano è l’intelletto(νους).
«Abbiamo visto te con l’intelletto… Tu sei l’intelletto di tutti…».
Da questa visione e immedesimazione profonda scaturisce ormai la gioia («rallegriamoci!
rallegriamoci!»), e con essa una confessione di impotenza («come ti daremo un nome?», «come possiamo benedirti?»), la glossolalia mistica, e l’esperienza che tutto proviene dallo spirito, dal padre, non solo la salvezza, ma la stessa forza per benedirlo.
La stele termina con le prescrizioni liturgiche già accennate:
verso questi tre esseri deve tendere la vita e nell’impersonificazione con essi ci si estranea da tutto, sicché anche la sofferenza non si sentirà dopo essere saliti, in modo comunitario, con le tre stele (figlio-madre-padre), manterranno il silenzio;
e dopo il silenzio della contemplazione, discenderanno gradatamente alla prima stele;
cioè dopo avere misticamente sperimentato il loro destino di vita e di vittoria, dopo avere appreso «cose infinite», restano nello stupore della verità e della rivelazione, immedesimati al grande Seth, al figlio di Adamas.
Sebbene in apparenza non vi sia nulla di chiaramente cristiano, non v’è dubbio che per gli gnostici sethiani che lo trascrissero fosse presente l’identificazione dì Seth con Gesù Cristo.
Si veda il Secondo discorso del grande Seth
La prima stele di Seth
A Adamas, il figlio.
Ti benedico, padre, o santo Adamas !
Io sono tuo figlio Emmacha-Seth, che tu hai generato con una non- generazione, qual benedizione del nostro Dio.
Io, infatti, sono tuo figlio e tu, padre mio, sei il mio intelletto.
Io ho seminato e generato, ma tu hai visto le grandezze, tu sei intramontabilmente stabile.
Io ti benedico, padre.
Benedicimi, padre !
È a causa tua ch’io esisto.
È a causa di Dio che esisti tu.
È a causa tua ch’io sono al suo (di Dio) cospetto.
Tu sei luce.
Vedendo la luce, ha rivelato le luci.
Tu sei una Mirotheas.
Tu sei il mio Mirotheos.
Ti benedico come dio.
Benedico la tua divinità.
Grande è il bene nato da sé, stabile, il dio stabile fin dall’inizio.
Tu sei venuto in bontà.
Tu ti sei manifestato e hai rivelato la bontà.
Io pronuncerò il tuo nome, poiché tu sei un primo nome.
Tu sei ingenerato Tu ti sei manifestato per rivelare gli eterni.
Tu sei colui che è.
Perciò ti sei manifestato a coloro che veramente sono.
Tu sei colui che esprimiamo per mezzo della voce;
ma è per mezzo dell’intelletto che ti glorifichiamo.
Tu sei colui che ha potere dappertutto.
Perciò – a causa tua e della tua discendenza – ti conosce anche il mondo sensibile.
Tu sei misericordia.
E tu sei di un’altra stirpe, la quale è al di sopra di un’altra stirpe.
E ora tu sei di un’altra stirpe la quale è al di sopra di un’altra stirpe.
Tu sei di un’altra stirpe poiché non sei simile.
E tu sei misericordia, poiché sei eterno.
Tu sei al di sopra di una stirpe perché hai fatto conoscere tutto, sebbene a causa della mia discendenza;
tu, infatti, la conosci, sai che è posta nella generazione.
Ma essi provengono da altre stirpi, poiché non assomigliano (a queste stirpi):
sono al di sopra delle altre stirpi, poiché sono nella vita.
Tu sei un Mirotheos.
Io benedico la tua potenza, che mi fu data.
Tu sei colui che fece le sue mascolinità, le quali sono veramente tre volte maschie, tu sei colui che fu diviso nella pentade, colui che ci è stato dato in una triplice potenza, colui che fu generato con una non- generazione, colui che proviene dalla elezione, colui che a motivo della umiltà andò fuori dal mezzo.
Tu sei padre, venuto da un padre.
Tu sei parola, venuta da un comando.
Noi ti benediciamo, o tre volte maschio, poiché tu hai unito il tutto da tutte le cose, poiché tu ci hai dato la forza.
Tu vieni dall’uno attraverso l’uno.
Tu sei partito e sei venuto all’uno.
Tu hai salvato.
Tu hai salvato.
Tu ci hai salvato, o portatore della corona, datore della corona!
Eternamente noi ti benediciamo.
Noi che siamo stati salvati, ti benediciamo:
ognuno di noi secondo (la propria) perfezione;
noi che siamo perfetti per volere tuo;
quanti divennero perfetti con te – che sei completo e che completi -, o perfetto in tutte queste cose, tu che ovunque sei uguale a te stesso, o tre volte maschio.
Tu sei stabile.
Tu sei stabile fin dall’inizio.
Tu ti sei diviso ovunque, e tuttavia sei rimasto uno.
Tu hai salvato coloro che hai voluto.
Ma tu vuoi salvare tutti coloro che ne sono degni.
Tu sei perfetto.
Tu sei perfetto.
Tu sei perfetto.
La seconda stele di Seth.
A Barbelo, la madre.
Grande è il primo degli eòni.
Barbelo, vergine maschio, prima gloria del padre invisibile, quella che è detta «perfetta».
Fin dall’inizio tu hai visto colui che è veramente il presistente, (e hai riconosciuto) che egli è una nonsostanza.
Da lui e per mezzo di lui tu sei preesistente nell’eternità.
Non-sostanza proveniente da un’unica indivisibile triplice potenza.
Tu sei una triplice potenza, tu sei una grande monade, (proveniente) da una monade pura.
Tu sei una monade eletta, la prima ombra del padre santo, luce da luce.
Noi ti benediciamo generatore perfetto, datore degli eòni.
Tu hai visto questi eòni ;
(hai riconosciuto che) essi provengono da un’ombra.
Tu sei divenuto multiplo, ma non hai cessato di essere uno.
Tu sei multiplo e diviso.
Tu sei triplo.
Veramente tu sei triplo.
Veramente tu sei uno dall’uno.
Tu provieni dalla sua ombra.
Tu sei nascosto, tu sei un mondo di conoscenza.
Sai che quanti appartengono all’uno provengono da un’ombra;
e costoro tu li hai nella mente.
Per amor loro, hai dato forza agli eòni nella sostanzialità;
alla divinità tu hai dato forza nella vitalità;
alla intellezione hai dato forza nella bontà;
nella beatitudine hai dato forza alle ombre che scaturiscono dall’uno;
a uno hai dato forza nella conoscenza;
all’altro hai dato forza nella creazione.
Tu hai dato forza a quello che è uguale, e a quello che uguale non è;
a quello che è simile, e a quello che simile non è.
Tu hai dato forza nella generazione con delle forme di ciò che esiste…
Tu hai dato forza a questi.
Egli è colui che è nascosto là nell’intelligenza.
Tu sei venuto verso costoro, e da questi (torni indietro).
Tu sei diviso tra loro;
e tu sei diventato un primo-manifestato, grande, virile intelletto.
O padre divino, o divino fanciullo, o generatore della molteplicità secondo la divisione di tutti coloro che esistono veramente!
A tutti ti sei manifestato nella parola.
E tutti abbracci nella non-generazione e nell’eternità senza fine.
È per mezzo tuo che venne a noi la salvezza.
Da te proviene la salvezza.
Tu sei la sapienza.
Tu sei la conoscenza.
Tu sei la verità.
È per mezzo tuo che c’è la vita.
Da te proviene la vita.
È per mezzo tuo che c’è l’intelletto.
Da te proviene l’intelletto.
Tu sei un intelletto, tu sei un mondo, tu sei la verità.
Tu sei una potenza triplice;
tu sei un triplo;
tu sei veramente triplice.
Tu eòne da eòni.
Tu solo vedi con purezza i primi eòni e i non generati.
Ma le prime divisioni sono come tu sei stato diviso.
Uniscici, così come tu sei stato unito.
Ammaestraci su ciò che tu vedi.
Concedici forza affinché siamo salvati per la vita eterna.
Noi, infatti, siamo un’ombra di te, così come anche tu sei un’ombra del primo preesistente.
Anzitutto, ascoltaci!
Noi siamo eòni.
Ascoltaci!
Ognuno è individualmente perfetto.
Tu sei l’eòne degli eòni;
l’interamente perfetto, colui che è stabile.
Tu hai esaudito.
Tu hai esaudito.
Tu hai salvato.
Tu hai salvato.
Noi ti ringraziamo.
Noi ti benediciamo in ogni momento.
Noi ti glorificheremo.
La terza stele di Seth
All’essere supremo, il padre.
Rallegriamoci!
Rallegriamoci!
Rallegriamoci!
Abbiamo visto.
Abbiamo visto.
Abbiamo visto colui che è veramente il preesistente;
colui che veramente è, essendo il primo eterno.
O ingenerato, è da te che provengono gli eterni e gli eòni, gli interamente perfetti, coloro che sono stabili, e i singoli perfetti.
Noi ti benediciamo, o non-sostanza, o esistenza anteriore alle (altre) esistenze, o prima sostanza anteriore alle (altre) sostanze, padre della divinità e della vitalità, creatore dell’intelletto, elargitore del bene, elargitore della beatitudine.
Ti benediciamo tutti, o conoscitore, con una benedizione pura, (tu) per mezzo del quale esistono tutti costoro…che ti conoscono esclusivamente per mezzo tuo.
Non c’è, infatti, alcuno che agisca prima di te.
Tu sei lo spirito unico e vivente.
E tu conosci l’uno, perché quest’uno, che ti appartiene, è ovunque.
Noi non possiamo nominarlo.
Su di noi, infatti, splende la tua luce.
Prescrivici un comando affinché ti vediamo, affinché siamo salvi.
Conoscere te, è la salvezza di tutti noi.
Prescrivici un comando!
Allorché ci prescrivi un comando, noi siamo salvi.
Siamo veramente salvi.
Abbiamo visto te con l’intelletto.
Tu sei tutti loro, poiché tu li salvi tutti;
tu che non sei stato salvato, né hai salvato per mezzo di loro.
Tu, infatti, tu ci hai prescritto un comando.
Tu sei uno.
Tu sei uno.
Cosicché c’è chi ti dirà:
Tu sei uno !
Tu sei l’unico spirito vivificante.
Come ti daremo un nome?
Noi (un tal nome) non l’abbiamo.
Tu, infatti, sei l’esistenza di tutti.
Tu sei la vita di tutti loro.
Tu sei l’intelletto di tutti loro.
Tu, infatti, sei colui nel quale tutti gioiscono.
Per tutti costoro tu hai prescritto un comando, affinché si salvassero per opera della tua parola.
Tu, prima gloria presso di lui.
Tu nascosto.
Tu beato Senaon generato da se stesso.
Fneus, Fneus, Fneus, Optaon, Elemaon, la grande potenza, Emouniar, Nibareus, Kandeforos, Afredon, Deifaneus;
tu sei per me Armedon, o generatore di potenza, Thalanatheus, Antitheus, tu che esisti in te stesso, tu che sei anteriore a te stesso, e dopo di te non c’è alcuno in condizione di agire.
Come possiamo benedirti?
Non ne abbiamo la forza.
Ma, umili davanti a te, ti ringraziamo, poiché a noi, che siamo «l’eletto», ci ha prescritto il comando di glorificarti.
Così, per quanto possiamo, noi ti benediciamo, perché ci hai salvato.
Ti diamo gloria in ogni momento.
Ti daremo gloria per questo:
affinché siamo salvati con una salvezza eterna.
Ti abbiamo benedetto perché ce ne fu data la forza.
Siamo stati salvati, perché tu l’hai voluto in ogni momento.
Ecco ciò che noi tutti facciamo!
…
La terza stele di Seth Prescrizioni.
Colui che si ricorderà di questi (tre esseri divini) e li glorificherà in ogni momento, costui sarà perfetto tra i perfetti e sarà esente da sofferenza, come un essere estraneo a tutte le cose (terrene).
Tutti costoro, ognuno individualmente e tutti insieme, li (i tre esseri divini) benedicono.
Dopo resteranno in silenzio.
E salgono come fu loro prescritto.
Dopo il silenzio, discendono.
Dalla terza benedicono la seconda;
dopo queste (benedicono) la prima.
La via della salita è la stessa via della discesa.
Voi, dunque, destinati alla vita, sappiate che avete vinto.
Voi stessi avete imparato cose infinite.
Stupitevi della verità che si trova in esse, e della rivelazione.
Le tre stele di Seth.
Colofon.
Questo è il libro della paternità.
L’ha scritto il figlio.
Benedicimi, padre!
Io ti benedico, padre.
In pace.
Amen.