VANGELO DI GIUDA
Varie testimonianze del passato, tra le quali quella autorevole di Ireneo di Lione, citavano anche un “Vangelo di Giuda” tra gli innumerevoli Vangeli scritti dopo la morte di Cristo, ma del manoscritto si perse ogni traccia fin dal quarto secolo dopo Cristo.
Circolavano però voci insistenti che una copia del manoscritto fosse conservata negli archivi segreti vaticani.
Solo per un caso fortuito, nel 1978, in una grotta in Egitto, ne fu trovata una versione in lingua Copta risalente al quarto secolo dopo Cristo.
Dalle testimonianze dei secoli precedenti e da una rigorosa analisi del contenuto si è stabilito che il Vangelo di Giuda fosse stato scritto in lingua greca tra il 130 ed il 170 dopo Cristo.
Dall’anno della sua scoperta, il manoscritto Copto subì diverse peripezie e passaggi di mano e la sua pubblicazione fu sempre ostacolata per motivi religiosi, anche con metodi legali.
Finalmente nel 2006 le motivazioni scientifiche prevalsero su quelle religiose ed il manoscritto fu tradotto e pubblicato dalla Natonal Geographic Society.
Due sono le caratteristiche fondamentali di questo Vangelo:
La prima, comune a tutti i Vangeli Gnostici, anche se con qualche variante, è che il Mondo è stato creato da un Dio inferiore insieme ai suoi angeli, mentre Cristo è venuto a farci conoscere il vero Dio altissimo, Padre Nascosto.
La seconda è invece peculiare di questo Vangelo: Giuda è il discepolo prediletto del Signore, l’unico a conoscenza della Dottrina segreta di Cristo. Egli tradì Gesù su esplicito suo comando affinchè gli eventi si compissero secondo quanto egli aveva progettato.
Per chi non avesse conoscenza delle Dottrine Gnostiche, consigliamo di leggere questo articolo, prima del testo del Vangelo di Giuda:
IL TESTO
Quando Gesù comparve sulla terra, fece miracoli e grandi meraviglie per la salvezza dell’ umanità.
E da allora qualcuno ha camminato nella via della rettitudine mentre altri hanno camminato nella trasgressione e furono nominati dodici discepoli .
Egli cominciò a parlare con loro dei misteri dell’altro mondo e che cosa sarebbe avvenuto alla fine.
Spesso non comparve ai suoi discepoli come se stesso, ma si trovò fra loro come un bambino.
Un giorno era con i suoi discepoli in Giudea, e li trovò riuniti assieme e assisi nel pio rispetto.
Quando si avvicinò ai suoi discepoli, riuniti insieme assisi ed offerenti una preghiera di ringraziamento sopra il pane, Lui rise.
I discepoli gli dissero, “Maestro, perché stai ridendo della nostra preghiera di ringraziamento?
Abbiamo fatto ciò che è giusto”.
Egli rispose dicendo loro:
“Non sto ridendo di voi.
Perché non state facendo ciò per vostra volontà ma perché è attraverso di questo che il vostro Dio sarà onorato”.
Essi dissero: “Maestro, sei il figlio del nostro Dio”.
Gesù rispose loro: “Come mi conoscete?
In verità Io vi dico che nessuna generazione di genti che sono fra voi mi conoscerà”.
Quando i suoi discepoli udirono questo, cominciarono ad arrabbiarsi ed infuriarsi iniziando a bestemmiare contro di lui nei loro cuori.
Quando Gesù capì la loro mancanza di comprensione, disse loro:
“Perché questa agitazione vi ha condotti alla rabbia?
Il vostro Dio che è presso voi vi ha provocato per turbare le vostre anime.
Chiunque di voi che è abbastanza forte fra gli esseri umani metta in evidenza l’ umano perfetto e si ponga davanti alla mia faccia”.
Tutti dissero: “Noi abbiamo quella forza”.
Ma i loro spiriti non osarono levarsi davanti a lui, tranne Giuda Iscariota.
Egli era in grado di porsi davanti a lui, ma non poteva guardarlo negli occhi, e girò quindi la faccia.
Giuda gli disse:
“So chi sei e da dove sei venuto.
Tu provieni dal regno immortale di Barbelo.
E non sono degno di pronunciare il nome di colui che ti ha mandato”.
Sapendo che Giuda stava riflettendo su qualcosa di elevato, Gesù gli disse:
“Allontanati dagli altri e ti svelerò i misteri del regno.
È possibile per te raggiungerlo, ma dovrai soffrire molto.
Qualcun altro prenderà il tuo posto, affinché i dodici discepoli possano venire ancora al completo con il loro Dio”.
Giuda chiese: “Quando mi direte queste cose, e quando spunterà il grande giorno della luce per la generazione?”
Ma quando disse questo, Gesù lo lasciò.
La mattina seguente a questi fatti, Gesù comparve ancora ai suoi discepoli.
Essi gli dissero: “Maestro, dove sei andato e che cosa hai fatto quando ci hai lasciati?”
Gesù disse loro: “Sono andato da un’altra generazione grande e santa”.
I suoi discepoli gli dissero: “Signore, qual è la grande generazione che ci è superiore e più santa, e non si trova adesso in questi regni?”
Quando Gesù sentì questo, rise e disse loro: “Perché state pensando nei vostri cuori a questa generazione forte e santa?
In verità vi dico, nessun nato da questo Eone vedrà questa generazione, e nessun padrone degli Angeli delle stelle regnerà su questa generazione, e nessun mortale di nascita può associarsi con essa, perché questa generazione non proviene da Loro.
La generazione della vostra gente proviene dalla generazione dell’ Umanità”.
Quando i discepoli udirono ciò, si turbarono spiritualmente.
E non poterono proferire parola.
Un altro giorno Gesù venne a loro ed essi gli dissero:
“Maestro, ti abbiamo visto in una visione, quando abbiamo avuto grandi sogni notturni”.
Gesù disse: “Perché siete andati nel nascondiglio?”
Essi dissero: “abbiamo visto una grande casa con un grande altare in essa, e dodici sacerdoti e una folla di gente che sta attendendo a quell’altare dove i sacerdoti ricevono le offerte.
Qualcuno sacrifica i suoi stessi bambini;
altri le loro mogli;
alcuni dormono con gli uomini;
altri sono addetti alla macellazione;
alcuni commettono un gran numero di peccati e di atti criminosi.
E gli uomini in piedi davanti all’altare invocano il tuo nome e tutti i sacrifici sono portati a completamento”.
Essi erano molto turbati.
Gesù disse loro: “Perché siete turbati?
In verità vi dico, che tutti i sacerdoti che stanno davanti all’altare invocano il mio nome.
Vi dico ancora, che il mio nome è stato scritto su questo libro delle generazioni delle stelle attraverso le generazioni umane ed essi hanno piantato alberi senza frutti, in mio nome, in maniera vergognosa.
Coloro che avete visto ricevere le offerte all’altare sono ciò che siete.
Quello è il Dio che servite, e siete quei dodici uomini che avete visto.
Il bestiame che avete visto portare per il sacrificio è la molta gente che allontanate da quell’altare che si alzerà ed userà il mio nome in questo modo, ma generazioni di pii rimarranno a lui leali.
Dopo di lui, un altro uomo si leverà in piedi là dai fornicatori e un altro si alzerà là dagli assassini dei bambini, ed un altro da coloro che dormono con gli uomini e da coloro che si astengono ed il resto della gente impura e criminale e sbagliata e coloro che dicono siamo come gli angeli sono le stelle che portano tutto alla fine.
Per le generazioni umane è stato detto:
“Guardate Dio ha ricevuto il vostro sacrificio dalle mani dei sacerdoti che sono ministri usurpatori.
Ma è il Signore, il Signore dell’Universo, che comanda, e l’ultimo giorno saranno messi nella vergogna”.
Gesù disse a loro: “Cessate di sacrificare quello che avete sull’altare.
Da allora sono sopra le vostre stelle ed i vostri angeli , là sono già arrivati alla loro fine .
Così lasciateli intrappolati davanti a voi e lasciateli andare.
Giuda disse a lui: “Rabbi, che genere di frutta produce questa generazione ?”
Gesù disse. “Le anime di ogni generazione umana moriranno.
Quando, invece, queste persone, comunque, hanno completato il periodo del regno e lo spirito li lascia, i loro corpi moriranno ma le loro anime saranno vive, e portate su in cielo.”
Giuda disse: “E che cosa farà il resto delle generazioni umane?”
Gesù disse, “E’ impossibile seminare il seme sopra la roccia e raccogliere il suo frutto”.
Dopo aver detto questo, si allontanò.
Giuda disse: “Maestro, come hai ascoltato tutti, ora ascolta anche me.
Perché ho avuto una grande visione”.
Quando Gesù udì questo, rise e gli disse: “tu sei il tredicesimo spirito, perché ti sforzi tanto?
Ma su parla, ed io ti sosterrò”.
Giuda gli disse: “Nella visione mi sono visto mentre i dodici discepoli mi stavano lapidando e perseguitando molto duramente.
Io vidi una casa ed i miei occhi non poterono comprendere la sua grandezza.
Persone straordinarie erano nei suoi dintorni, e quella casa aveva un tetto di fogliame, e nel mezzo della casa c’era una folla.
Maestro, prendimi insieme con queste persone!”
Gesù rispose dicendo: “Giuda, la tua stella ti ha condotto fuori strada.
Nessuna persona mortale di nascita è degna di entrare nella casa che hai visto, perché quel posto è riservato ai santi.
Né il sole né la luna regnerà là, né il giorno, ma solo il Santo rimarrà sempre là, nel regno eterno con i santi angeli .
Vedi, io ti ho spiegato i misteri del regno e insegnato ciò che riguarda l’errore delle stelle e la verità sui dodici Eoni.”
Giuda disse: “Maestro, potrebbe essere che il mio seme sia sotto il controllo dei regnanti?”
Gesù gli rispose dicendo: “ti addolorerà molto quando vedrai il regno e tutta la sua generazione”
Quando sentì questo, Giuda gli disse: “Che cosa ho ricevuto di buono?
tu mi hai allontanato da quella generazione”.
Gesù rispose dicendo: “Diventerai il tredicesimo, sarai maledetto dalle altre generazioni e andrai a regnare sopra di loro.
Negli ultimi giorni malediranno la tua ascesa verso la santa generazione”.
Gesù disse: “vieni, io posso insegnarti i segreti che nessuna persona ha mai visto.
Perché là esiste un Regno grande e illimitato, la cui estensione nessuna generazione di angeli ha visto, nel quale c’è un grande spirito invisibile, che nessun occhio di angelo ha mai visto, nessun pensiero del cuore ha mai compreso, e non è mai stato chiamato con alcun nome”.
E là apparve una nube luminosa.
Un grande angelo, Il divino illuminato Auto-Generato emerse dalla nube.
A causa sua, altri quattro angeli si manifestarono da un’altra nube, e diventarono i compagni per l’ angelico Auto-Generato.
L’ Auto-Generato disse: “Che tutto venga in essere e venga a manifestarsi”.
Ed Egli creò il primo astro a regnare sopra di lui.
Egli disse: “che gli angeli si manifestino per servirlo” ed innumerevoli miriadi si manifestarono.
Egli disse: “che un Eone illuminato venga ad essere” e questo venne.
Egli creò un secondo astro a regnare su di lui, insieme a innumerevoli miriadi di angeli, ad offrire servizio.
Questo è come ha generato il resto degli Eoni.
Li fece regnare sopra di loro, e creò per loro innumerevoli miriadi di angeli, ad aiutarli.
Adamo era nella prima nube luminosa che nessun angelo aveva mai visto fra tutte quelle chiamate “Dio”.
Egli fu fatto ad immagine e dopo a somiglianza di questo Angelo.
Fece comparire l’ incorruttibile generazione di Seth ed i dodici ed i ventiquattro.
Creò settantadue astri nella generazione incorruttibile, in accordo con la volontà dello Spirito.
Gli stessi settantadue astri crearono altri trecentosessanta astri nella generazione incorruttibile, in conformità con volontà dello Spirito, così che il loro numero fosse cinque per ciascuno.
I dodici Eoni dei dodici astri costituiscono il loro Padre, con sei cieli per ogni Eone, così che ci sono settantadue cieli per i settantadue luminari, e per ciascuno di loro cinque firmamenti, per un totale di trecentosessanta firmamenti.
Furono dati loro l’autorità e un grande innumerevole esercito di angeli, per la gloria e l’adorazione e, dopo questo, anche spiriti vergini, per la gloria e l’adorazione di tutti gli Eoni dei cieli e dei loro firmamenti.
La moltitudine di questi immortali è chiamato Cosmo che è separato dal Padre ed i settantadue luminari che coesistono con l’Auto-Generato ed i suoi settantadue Eoni.
In lui è comparso il primo essere umano con i suoi poteri incorruttibili.
E l’Eone che è comparso con la sua generazione, l’Eone nel quale sono la nube della conoscenza e l’angelo, è chiamato El che disse:
“Che dodici angeli si manifestino ed abbiano dominio sul Caos”.
Adesso osserva: là dalla nube è apparso un Angelo con la faccia che splende come il fuoco e che sembra macchiata con il sangue.
Il suo nome è Nebro, che significa il “ribelle” altri lo chiamano Yaldabaoth.
Nebro generò Saklas ed altri sei Angeli per avere aiuto, e questi generarono dodici angeli nel cielo, ciascuno dei quali ricevette una parte nei cieli.
I dodici sovrani generarono i dodici angeli:
Il primo è Seth, che è chiamato Cristo.
Il secondo è Harmathoth,
Il terzo è Galila.
Il quarto è Yobel.
Il quinto Adonaios.
Questi sono i cinque che dominavano sull’ inferno, ed il primo di tutti sul Caos.
Allora Saklas disse ai suoi Angeli: “Lasciateci creare un essere umano a nostra somiglianza e immagine”.
Modellarono Adamo e sua moglie Eva, che è chiamata, nella nube, Zoe.
In questo nome tutte le generazioni cercano l’uomo, e ciascuna di loro chiama la donna con questi nomi.
Giuda disse a Gesù: “Quanto a lungo nel tempo vivranno gli esseri umani?”
Gesù disse: “Perché ti stai domandando questo?
Quell’Adamo, con la sua generazione, ha vissuto con la longevità e con il dominio, il suo spazio di vita nel posto dove ha ricevuto il suo regno?”
Giuda disse a Gesù: “Lo spirito umano muore?”
Gesù rispose: “Ecco perché Dio ordinò a Michele di dare solo in prestito lo spirito alle genti, in modo che potessero offrire i loro servizi, ma l’ Eccelso ordinò a Gabriele di garantire gli spiriti – cioè, lo spirito e l’anima – alla grande generazione senza un sovrano che la domina.
Di conseguenza, il resto delle anime perirà.
Dio fu causa della conoscenza concessa ad Adamo ed a quelli come lui, in modo che i Re del Caos e dell’Inferno non abbiano potere sopra di loro.
Giuda disse a Gesù: “Allora cosa faranno quelle generazioni?”
Gesù rispose: “In verità ti dico, per tutti loro le stelle portano i fatti a compimento.
Quando Saklas porta a fine il tempo che gli è stato assegnato, la prima stella comparirà con le generazioni, e compiranno ciò che dissero che avrebbero fatto.
Poi fornicheranno in mio nome e uccideranno i loro bambini e faranno tutto ciò in mio nome”.
Dopo ciò Gesù rise.
Giuda disse: “Maestro, perché stai ridendo di noi?”
Gesù rispose: “Non sto ridendo di voi ma allo sbaglio delle stelle, perché queste sei stelle vagano con questi cinque combattenti, e tutti saranno distrutti insieme con le loro creature”.
Giuda disse a Gesù: “Allora, che cosa faranno quelli che sono battezzati nel tuo nome?”
Gesù rispose: “In verità ti dico, questo battesimo vi segnerà con il mio nome e vi porterà a me.
Ma tu li supererai tutti perché sacrificherai l’uomo che mi riveste.
Già il vostro corno è stato alzato, la vostra collera è stato accesa, la vostra stella brilla intensamente, ed allora l’immagine grande della generazione di Adamo sarà innalzata, per prima al cielo.
La terra e gli angeli, quella generazione, che proviene dai regni eterni, esiste.
Vedi, hai sentito tutto.
Alza in alto i tuoi occhi e guarda la nube e la luce all’interno di essa e le stelle che la circondano.
La stella che mostra il cammino è la tua stella”.
I loro sommi sacerdoti mormoravano perché lui era andato nella stanza degli ospiti per la sua preghiera.
Ma là alcuni scribi lo stavano guardando con attenzione per arrestarlo durante preghiera, poiché erano impauriti della gente, perché era considerato da tutti come un profeta.
Si avvicinarono a Giuda e gli dissero, “Che cosa stai facendo qui?
Tu sei un discepolo di Gesù.”
Giuda gli rispose quello che desideravano.
Ricevette dei denari e lo consegnò a loro.
Commento e Prefazione Tratto da “Viaggio nella Gnosi”
di Andrea Bertoloni e Fabio Imbergamo
Washington, 6 aprile 2006, sede della National Geographic Society:
vengono per la prima volta mostrate in pubblico alcune pagine ricostruite di un antico codice in lingua copta.
Il codice contiene quattro testi.
Uno di essi narra fatti e conversazioni accaduti nei giorni precedenti la Passione di Cristo, in cui la figura di Giuda appare in una luce completamente diversa da quella che secoli di storia ci hanno trasmesso:
il ladro, materialista e traditore, che “svende” il Maestro Gesù per pochi denari, è riabilitato a discepolo prediletto, con una maturità spirituale ben superiore a quella degli altri undici.
Ma mentre il mondo intero discute sui molti aspetti e implicazioni della scoperta, a noi torna in mente un passaggio di un libro molto particolare, che incuriosisce e affascina almeno quanto il suo autore:
«Il più devoto e prediletto discepolo di Gesù Cristo si chiamava Giuda.
Se ci atteniamo alla versione contemporanea delle Sacre Scritture, chiunque cerchi in essa la conoscenza della verità ne trae la convinzione essenziale che Giuda era l’essere più vile, più abietto, più traditore e più perfido che si possa immaginare.
In realtà Giuda non solo era il più fedele e devoto dei seguaci vicini a Gesù Cristo, ma soltanto la sua intelligenza, la sua ingegnosità e la sua presenza di spirito hanno permesso a quel sacro Individuo di compiere tutte le azioni il cui risultato, pur non riuscendo a distruggere completamente le conseguenze delle proprietà dell’organo kundabuffer, ha alimentato e ispirato lo psichismo di molti esseri per circa venti secoli, rendendo quasi sopportabile la loro esistenza».
Il libro da cui è tratto questo passaggio, ovvero “I Racconti di Belzebù a suo nipote”, è stato scritto sicuramente prima del 1949, data della morte dell’autore, e quindi alcuni decenni prima del 1978, data del ritrovamento del Vangelo di Giuda.
Sembra, pertanto, che l’idea di un Giuda discepolo prediletto non fosse poi del tutto nuova!
Pareri diversi sulla figura di Giuda esistono, quindi, da molto tempo.
La scoperta del Vangelo di Giuda, giustamente ritenuta importante, non dovrebbe farci focalizzare sulla sin troppo nota diatriba pro o contro Giuda, ma soprattutto su altre questioni che cercheremo di introdurre in queste poche pagine.
Il ritrovamento e la datazione
La storia del ritrovamento del Vangelo di Giuda è un triste esempio di come preziosi documenti siano stati danneggiati dall’insensibilità e dall’incompetenza di esseri umani senza scrupoli.
Nel 1978, a El Minya, una località egiziana a sud del Cairo, fu ritrovato un cofanetto in pietra contenente un antico codice in fogli di papiro.
Il codice fu acquistato da un commerciante di antichità, che, dopo varie traversie, tentò di venderlo a un prezzo talmente elevato da far desistere tutti i potenziali compratori.
Il manoscritto fu quindi custodito nella cassetta di sicurezza di una banca subendo gravi danni dovuti all’incuria e alle pessime condizioni di conservazione.
Solo nell’aprile del 2000 una signora svizzera di nome Frieda Tchacos Nussberger riuscì ad acquistarlo in collaborazione con la Maecenas Foundation di Basilea.
Il codice, che contiene quattro importanti testi gnostici, fra cui l’unica copia mai rinvenuta del Vangelo di Giuda, fu finalmente consegnato a studiosi di indubbia competenza che, grazie a un lavoro durato cinque anni, lo restaurarono e ne ricomposero le pagine.
Tuttavia alcune parti del codice, denominato Codex Tchacos in riferimento alla valente signora svizzera che riuscì ad acquistarlo, sono andate irrimediabilmente perdute e il testo giunge a noi con molte lacune.
Esso è composto da 66 pagine e contiene quattro testi:
Il Vangelo di Giuda, La Prima Apocalisse di Giacomo, La Lettera di Pietro a Filippo e un frammento dell’Allogeno.
Fra essi il testo di maggiore interesse è sicuramente il Vangelo di Giuda, di cui non abbiamo precedenti versioni.
Di esso ne parla Ireneo nel suo celebre Adversus Haereses attribuendone la paternità alla setta gnostica dei Camiti.
Ma a quando risale il testo di cui stiamo parlando?
Secondo gli scienziati dell’università dell’Arizona il materiale del contenitore nel quale è stato ritrovato il codice è databile in un arco temporale compreso fra il 220 d.C. e il 340 d.C.
Quanto al testo vero e proprio del Vangelo di Giuda, come per altri scritti gnostici rinvenuti in Egitto, esso sarebbe una traduzione in lingua copta di un precedente originale greco.
Vista la menzione di Ireneo, il testo esisteva già nell’anno 180, data in cui si colloca per l’appunto Adversus Haereses.
Quanto all’autore, egli resta fondamentalmente ignoto.
Si potrebbe, quindi, pensare che il Vangelo di Giuda, una volta epurato dalle diatribe etiche e storiche, sia un testo marginale nel panorama del Cristianesimo delle Origini:
niente potrebbe essere meno vicino alla realtà!
Questo Vangelo, al contrario, contiene importanti elementi che confermano come nei primi due o tre secoli d.C. il Cristianesimo fosse un movimento estremamente ricco dal punto di vista delle diversità di vedute su Gesù, la sua vita e la sua passione;
e come i primi cristiani vivessero l’urgenza di trovare risposte a questioni di carattere fondamentale per la loro vita materiale e spirituale.
Leggere le pagine di questo testo vuol dire immergersi nei drammi esistenziali dei primi cristiani, trovandosi di fronte a questioni di grande importanza per la loro sopravvivenza, in un ambiente sociale e politico che poteva rapidamente condannarli a una morte orrenda nelle arene e nei circhi.
Il prologo e le scene
Possiamo considerare il Vangelo diviso in un prologo più tre sezioni fondamentali, queste ultime molto differenti l’una dall’altra nelle dimensioni.
Alcuni studiosi le hanno definite al pari di tre scene di una sacra rappresentazione.
Vi è, infine, il ben noto epilogo che la storia, in varie versioni, ha tramandato per secoli.
«Questa è la parola segreta della rivelazione, contenente il resoconto di quando Gesù parlò con Giuda Iscariota per otto giorni, tre giorni prima che egli celebrasse la Pasqua».
Quanto si sta per narrare si svolge nel corso della settimana (otto giorni) precedente di tre giorni la Pasqua della Passione di Gesù.
Si tratta di fatti segreti e importanti, e, seguendo una ben nota tecnica di scrittura, l’autore crea interesse e aspettativa nel lettore facendogli capire che quanto sta per essere detto riguarda questioni della massima importanza.
È quindi presentata la figura di un Gesù che compie «miracoli e grandi prodigi per la salvezza dell’umanità» e l’autore subito crea una distinzione importante che troveremo anche più avanti sotto altre forme:
«Perché mentre alcuni continuavano a camminare lungo la via della rettitudine, altri camminavano lungo la via della trasgressione».
Ecco che Gesù viene raffigurato con i dodici discepoli, che sono suoi interlocutori nelle conversazioni di seguito riportate.
E improvvisamente l’autore inserisce un simbolo preciso:
«Spesso, tuttavia, egli non si rivelava ai discepoli, ma lo trovavi in mezzo a loro nelle vesti di un bambino».
Il bambino rappresenta la componente più pura della natura umana e nella letteratura neotestamentaria ricorre spesso l’immagine di un Gesù “bambino” o che attira a sé i piccoli.
Il prologo termina dando una collocazione geografica a quanto seguirà:
«Ed egli viveva in Giudea con i suoi discepoli».
Prima scena: la risata di Gesù
Iniziano i dialoghi di Gesù con i discepoli, entrando così nel vivo delle questioni che l’autore vuole presentare.
I discepoli sono riuniti a tavola e, come prescritto dalle norme religiose, fanno la consueta preghiera di ringraziamento.
Giunge Gesù e, invece di lodarne il comportamento, inizia a ridere.
Gesù riderà varie volte nell’arco dell’intero Vangelo e tali risate hanno sempre lo scopo di segnalare qualcosa di “errato”, di incompleto o da rivedere alla luce di nuove comprensioni.
I discepoli rimangono meravigliati dalla reazione del Maestro e chiedono:
«Maestro, perché ridi della nostra offerta di ringraziamento?
O che altro abbiamo fatto?
È questo il modo giusto».
Che cosa hanno fatto di sbagliato?
«Non è di voi che rido – voi non fate neppure questo per volontà vostra – ma rido perché nel fare questo sarà il vostro Dio a ricevere le lodi».
La risposta mette in evidenza il fatto che i discepoli, nei loro riti, altro non fanno che servire un “Dio” che non corrisponde al Dio di Gesù,
che dichiara apertamente di appartenere a una stirpe diversa da quella a cui appartengono i discepoli.
La stirpe di Gesù è santa e, come spiegherà a Giuda nella scena seguente, rispetto a tutti coloro che vi appartengono «i loro corpi moriranno ma le anime saranno vive e saranno innalzate».
I discepoli a questo punto si arrabbiano, ma non lo danno a vedere.
Gesù legge nei loro animi e li smaschera dimostrando definitivamente che essi sono schiavi di un “Dio” falso ed esteriore.
«Chi fra voi è forte faccia emergere in sé l’umano perfetto e si alzi e si ponga di fronte a me».
La frase di Gesù suona come una sfida:
mettersi di fronte equivale a dichiarare di essere come lui, di appartenere alla stessa stirpe santa.
Nessuno riesce a farlo tranne Giuda:
«So chi sei e da dove vieni – vieni dal regno dell’immortale Barbelo – ma io non sono degno di pronunciare il nome di colui che ti ha mandato».
Giuda non è come Gesù, ma, al contrario degli altri discepoli, ne ha compreso la vera natura.
A conferma di ciò vi è il fatto che egli non è sfrontato e presuntuoso come gli altri, ma che si pone di fronte a Gesù a testa bassa:
«Egli (Giuda) ebbe la forza di alzarsi e porsi di fronte a lui, anche se non riuscì a reggerne lo sguardo, ma si girò di lato».
Quello di Giuda non è un atto di vuota sottomissione, ma una dimostrazione di grande maturità.
Ecco che Gesù gli chiede di separarsi dagli altri discepoli e andare con lui.
Gli parlerà dei «Misteri del Regno» e predice che Giuda potrà conoscere tali misteri, ma dovrà soffrire molto.
Morirà e sarà sostituito da un altro perché il numero dei discepoli dovrà essere sempre di dodici, tante quante sono le potenze che governano il mondo materiale:
«Un altro infatti prenderà il tuo posto, così che i dodici discepoli siano di nuovo completi nel loro Dio»
Di nuovo i discepoli vengono accostati al dio della materia e delle dodici potenze che rendono schiavo l’uomo, in contrapposizione a un Dio dall’amore incondizionato a cui appartiene la Stirpe Santa.
Seconda scena: il sogno raccapricciante
Gesù sparisce e il mattino seguente riappare ai discepoli:
«Sono andato presso un ‘altra stirpe grande e santa»
I discepoli non capiscono:
per loro non può esistere nulla oltre la realtà apparente che sono in grado di cogliere.
Ed ecco che Gesù per la seconda volta ride, mettendo in luce il fatto che i discepoli non conoscono questioni di natura superiore.
Essi nuovamente rimangono colpiti dalla reazione del Maestro «e rimasero senza parole»
Ciò che segue li sconvolgerà ancora di più.
Un altro giorno, presumibilmente uno dei giorni immediatamente seguenti, Gesù torna fra i discepoli che gli raccontano un sogno.
Nella letteratura vetero e neo-testamentaria il sogno è sempre indicato come portatore di importanti rivelazioni se non, addirittura, di comunicazioni provenienti direttamente da Dio.
E la visione onirica dei discepoli è realmente importante, ma allo stesso tempo risulta essere sconvolgente, addirittura raccapricciante:
«Abbiamo visto una grande casa dentro la quale c’era un grande altare e dodici uomini, che noi riteniamo sacerdoti, e un nome.
Ma davanti a quell’altare sostava tenace una moltitudine finché i sacerdoti non ebbero terminato di ricevere le offerte.
E anche noi sostammo tenacemente».
Gesù, a questo punto chiede che tipo di sacerdoti fossero, e i discepoli rivelano particolari sconvolgenti della loro visione:
«Alcuni si astengono per due settimane.
Altri sacrificano i figli e altri le mogli, continuando per tutto il tempo a pregare e a comportarsi con umiltà fra loro.
Alcuni giacciono con gli uomini.
Altri sono intenti a uccidere.
E altri ancora commettevano una infinità di peccati e ingiustizie.
E gli uomini che stanno davanti all’altare invocano il tuo nome!
I discepoli sono realmente turbati, e lo saranno ancora di più quando Gesù interpreterà il loro sogno:
«Quelli che avete visto ricevere le offerte siete voi.
E quello il “Dio ” che servite.
E siete voi i dodici uomini che avete visto.
E gli animali che avete visto condurre al sacrificio sono le moltitudini che voi sviate su quell’altare»
In poche righe l’autore ribadisce il tema del falso dio e introduce quello dei sacrifici, a lui evidentemente molto caro.
Ma di quali sacrifici stiamo parlando?
Da un punto di vista “esteriore” si tratta dei sacrifici che erano richiesti ai primi cristiani, che nei casi estremi poteva voler dire l’andare verso una morte dolorosissima per mano dei romani.
L’autore si pone in posizione molto critica verso coloro che, in nome di Gesù, spingevano uomini e donne verso il martirio senza sapere realmente ciò che stavano facendo, senza conoscere neppure il vero Dio e la Stirpe Santa a cui appartiene Gesù.
Ormai tutti gli studiosi sono concordi nell’ammettere che all’intemo del nascente movimento cristiano vi erano varie correnti di pensiero relative a numerose comunità indipendenti.
Ma vi erano anche coloro che cercavano di riunifìcare e uniformare, ponendo le basi di un cristianesimo “universale”, base della futura ortodossia.
Per fare questo vi era chi propagandava le proprie idee a tal punto da farsi arrestare dai romani, farsi torturare pur di non rinnegare i propri ideali per andare a morire, infine, da martire nelle arene.
Tutto ciò in nome di Gesù!
Qual è il “Dio” che può richiedere tutto questo a coloro che ama?
È proprio Dio a richiederlo?
Oppure tali comportamenti sono frutto dell’ignoranza sulla stirpe grande e santa cui Gesù appartiene?
Giuda si rende conto che queste sono domande della massima importanza e ne vuole sapere di più.
Chiede spiegazioni al Maestro, ma ancora non è evidentemente pronto a conoscere tutta la verità.
Prima deve ancora accadere qualcos’altro.
Terza scena: Giuda e i misteri del Regno
E ora la volta di Giuda, che vuole sottoporre al Maestro una visione che lo ha molto turbato:
«Nella visione ho visto me stesso.
I dodici discepoli mi stavano lapidando e mi perseguitavano con violenza.
E sono giunto anche nel luogo [.] dopo di te.
Ho visto una casa [.] ma i miei occhi non riuscivano a misurarne la grandezza.
La attorniavano alcuni anziani di grande statura e la casa aveva un tetto di verde fogliame.
In mezzo alla casa c ‘era una folla [.]
Maestro, fa che io sia portato là dentro con quelle persone»
La visione di Giuda inizia con eventi che probabilmente potrebbero provocare la propria morte proprio per mano degli altri discepoli.
Egli vede, quindi, una casa “grande”, e capisce che si tratta della dimora di coloro che appartengono alla stirpe santa dei beati.
Ovviamente chiede di poter entrare in quella casa, ma Gesù gli risponde che:
«La tua stella ti svia, Giuda, perché nessun figlio di mortali è degno di entrare nella casa che hai visto.
Quello, infatti, è il luogo riservato ai beati.»
Nella casa vista da Giuda non si può entrare con un corpo mortale, ma solo dopo essersi svincolati dalla materia e dalle leggi che governano il mondo.
Ecco che Gesù istruisce Giuda sui misteri che legano la materia allo spirito, sulle leggi del mondo che riflettono le leggi celesti.
In qualche modo è necessario che Giuda conosca tutto ciò per poter entrare definitivamente nei misteri dello spirito, simboleggiati dalla grande casa della sua visione:
«Gesù disse:
“ Vieni, ti insegnerò cose che mai essere umano vedrà”»
Ed espone una cosmogonia che parte dal Grande Spirito Invisibile per giungere alla creazione dell’umanità.
L’autore del Vangelo attinge a concezioni cosmologiche tipiche del pensiero gnostico che, a loro volta, affondano le radici nell’antichissimo pensiero platonico e neo-platonico.
In tali cosmogonie si delinea un percorso che parte da un Dio assoluto, invisibile e ineffabile.
Tramite l’azione di angeli generati in seno a tale Realtà trascendente ha inizio il processo di creazione di elementi più materiali.
Nel Vangelo di Giuda particolare attenzione è posta al numero di angeli, entità e potenze che partecipano al processo cosmogonico, come ad attestare un ordine cosmico, simboleggiato da precisi valori numerici che rendono veritiera e ordinata l’intera creazione.
Si giunge, infine, ad Adamo ed Eva e alla creazione della stirpe umana, che, pur contenendo un seme dello spirito divino, è ormai completamente mortale e soggetta alle leggi della materia.
Il compito dell’uomo è ricercare in sé tale seme e farlo crescere
Al termine dell’esposizione di tali insegnamenti appare chiaro a Giuda, e quindi a coloro cui l’autore indirizza il suo Vangelo, il perché sia sbagliato asservire realtà puramente materiali, offrendo sacrifici che procureranno solo paura e sofferenza.
L’unico sacrificio che ha senso è quello che ci farà riguadagnare la nostra essenza spirituale, liberandoci dalle zavorre che ci imprigionano nei luoghi più bassi della creazione.
Ecco perché Gesù chiede a Giuda di “sacrificare l’uomo che lo riveste”
Giuda, finalmente, comprende tutti i misteri del regno:
ora gli è chiaro il senso di quello che Gesù gli chiede e che lui stesso vivrà a causa del fatto che morirà e sarà odiato per secoli in futuro.
Il Vangelo termina, quindi, con la consegna di Gesù da parte di Giuda ai sommi sacerdoti.
L’ultimo cammino di Giuda
Nonostante il testo sia frammentato e con molte lacune, gli aspetti che ci presenta sono molteplici.
Partendo da una concezione della spiritualità cristiana, che si esplica sia sul piano personale che su quello comunitario, si giunge a esporre importanti elementi di teologia gnostica.
Non solo:
l’autore del Vangelo costruisce scenari quasi plastici in cui si svolgono le conversazioni fra Gesù e i discepoli, primo fra cui Giuda.
In questi scenari denuncia comportamenti che ritiene essere contrari a una corretta spiritualità.
Stigmatizza gli orrori compiuti all’epoca in nome di errate concezioni di Dio.
Segnala l’urgenza di tornare a focalizzarsi su una spiritualità “celeste” e non “terrestre”, simboleggiata dalla Stirpe Santa cui appartiene Gesù e di cui presto anche Giuda farà parte.
Avverte sulla possibilità che gli insegna- menti del Cristo siano stati falsati e fraintesi a causa del fatto che sono stati trasmessi da discepoli asserviti a un Dio sanguinario che richiede ai devoti assurdi atti di sottomissione.
L’autore espone tutto ciò servendosi di precise contrapposizioni insite nel testo:
- a un Giuda materialista e traditore contrappone la figura di un Giuda discepolo illuminato, prediletto dal Maestro, l’unico fra i dodici che riuscirà ad appartenere alla Stirpe Santa di Gesù;
- alla necessità, allora propagandata, di sacrificarsi per gli ideali di una religione che vuole affermarsi su un terreno sociale e politico, contrappone l’urgenza di tornare a considerare il cristianesimo da un punto di vista spirituale, dichiarando implicitamente l’inutilità del martirio verso cui molti cristiani si indirizzavano volontariamente;
- alla pratica di sacrifici cruenti, mirati a farsi accettare dalla realtà socio-politica dell’epoca, contrappone i sacrifici coscienti, fatti per libera scelta, gli unici in grado di far avanzare verso la conoscenza dei Misteri del Regno.
- Il martirio verso cui andavano i cristiani era in realtà una sorta di cieco suicidio.
- Giuda e Gesù compiono un atto di tipo completamente diverso:
- essi sacrificano coscientemente la loro parte fisica come tappa finale di un preciso percorso spirituale;
- a un Gesù che opera nella società e si fa crocifiggere per il bene dell’umanità contrappone un Gesù spirituale, che si pone a fianco di coloro che camminano verso l’unificazione con una Realtà più grande, simboleggiata dalla casa della visione di Giuda;
- a una stirpe umana che perirà contrappone una stirpe grande e santa. Rispetto a coloro che appartengono alla seconda «i loro corpi moriranno ma le anime saranno vive e saranno innalzate».
Sicuramente un testo “forte”, che contiene l’immagine di un Gesù amorevole ma schietto, a volte duro nei modi e nelle reazioni, che prende per mano Giuda e lo accompagna sino alla fine del percorso di conoscenza:
« “Ecco, ora ogni cosa ti è stata detta.
Alza gli occhi e guarda la nube e la luce che è in essa e le stelle che la circondano.
E la stella che indica il cammino, quella è la tua stella ”.
Allora Giuda levò lo sguardo.
Vide la nube radiosa ed entrò in essa»
Epilogo
Molte sarebbero le cose ancora da dire, e molte di più ve ne saranno se i filologi riusciranno a ricostruire altre parti del testo al momento troppo frammentate per essere riportate.
Leggere il Vangelo di Giuda per noi è come immaginare l’autore, in realtà del tutto ignoto, che scrive qualcosa di prezioso sia per le persone del suo tempo che per tutti i sinceri Cercatori dei secoli a venire.
E mentre scrive ci comunica, quasi per via telepatica, parole senza tempo simili a queste:
Non ti fidare di quello che ti propinano gli altri, non ti fidare delle apparenze.
Sulle questioni importanti della tua vita utilizza la tua capacità di vedere e comprendere la verità.
Sacrifica quello che ti ostacola sul cammino, ma non ti sottoporre a inutili sofferenze.
Focalizzati sul piano spirituale della tua esistenza e non ti perdere in questioni puramente materiali.
Non prendere in prestito soluzioni preconfezionate dagli altri, ma fai brillare la tua stella!
Ricorda che in te risiede un seme dello Spirito che anima tutto l’Universo:
coltivalo!